10/05/2024 – S. Giovanni de Avila

“La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla”. (Giovanni 16,20-23a).

#rallegrarsi

Le parole di Gesù dell’Evangelo di oggi danno senso alla profezia che abbiamo ascoltato ieri: “ancora un poco mi vedrete, ancora un poco e non mi vedrete”.

Il vedere e non vedere, l’essere nella tristezza e poi nella gioia, sembrano un chiasmo, sembrano incrociarsi nei pensieri e nei sentimenti dei discepoli … e anche in noi.

Affidiamoci alle parole del Maestro che ci invita a stare uniti a lui, a rallegrarsi della sua presenza.

Immagine: Robert Zünd – Gang nach Emmaus – 1877 – Museo d’Arte di S. Gallo

10/05/2024 – S. Giovanni Avila – Rito Ambrosiano

Gv 14, 27-31a

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”.

Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.

Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

#pace #capacidiamare 

Gesù ci dona la sua pace che, specifica, non è come quella che dona il mondo.

Sappiamo bene quanto la nostra vita sia segnata dalla violenza, sia quella vissuta a livello personale che quella nel mondo, guardando alle guerre che continuano a propagarsi e che, oltre a causare milioni di morti e feriti, lasciano tanta violenza in circolazione. Noi cristiani preghiamo e manifestiamo per chiedere la fine dei conflitti. Il Papa supplica in ogni suo intervento che cessi il fuoco in Ucraina e nella striscia di Gaza, così come in tanti altri Paesi nel mondo, ma sembrano parole che cadono nel vuoto.

A volte un senso di amarezza spegne la nostra speranza: l’uomo non imparerà mai! Perciò Gesù parla di una pace che non viene dal mondo che, cioè, non consiste nella mediazione e nel
compromesso, ma che è frutto di una pacificazione interiore. L’incontro con Dio fa pace in ciascuno di noi, così che diventiamo capaci di amare, di amarci con l’amore che ci proviene da Dio e sradicare quella radice di violenza che dimora in ciascuno e che può esplodere e riversarsi contro gli altri.

Incontrando Dio autenticamente impariamo a diventare tessitori di pace.