11/05/2024 – Sabato della 6ª Settimana di Pasqua

“Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”. (Giovanne 16,23b-28).

#sonovenutodalPadre #Trinità 

É una espressione genuina semplice “sono venuto dal Padre”. Ed è una garanzia efficace del vivere la relazione di fede. Gesù ci ha insegnato semplicemente questo: riconoscere il Padre e lo Spirito Santo nella nostra vita.

Ci sono tanti modi per sentire a fianco il Signore. La preghiera innanzitutto: così hanno fatto le prime comunità cristiane. E attraverso la preghiera: vivere la carità fraterna.

Immagine: Masaccio, Trinità, Firenze – Basilica di Santa Maria Novella

11/05/2024 – Sabato della 6ª Settimana di Pasqua – Rito Ambrosiano

Gv 15, 1-8

“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.

Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi.

Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

#potare #nullamanca #desideri

Mi colpiscono molto, in questo brano di vangelo, due frasi di Gesù.

La prima è contenuta al versetto 1, quando dice: “ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”. Sembra quasi una contraddizione tagliare qualcosa perché cresca e addirittura porti frutto, e invece funziona proprio così per la vite, e anche nella nostra vita con Gesù. Certe volte ci sembra che vivere da cristiani ci stia portando via delle cose, facendo perdere delle occasioni, privando di esperienze. Delle volte siamo spaventati perché ci chiediamo se davvero ne valga la pena. La verità è che non si perde nulla, anzi tutto acquisisce senso e si finisce che si sceglie ogni giorno di rinunciare solo a ciò che non fa parte di questa pienezza.

E noi siamo capaci di abbandonare la nostra vita nelle mani di Dio, l’agricoltore che cura la nostra vita? È davvero Gesù la vite che sostiene i nostri tralci?

La seconda parte su cui vorrei soffermarmi è nel versetto 8, quando Gesù dice: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”. Non so se siamo molto
abituati ad affidare a Dio i nostri desideri, ma Gesù stesso ci dice “Chiedete e vi sarà dato” (Mt 7, 7). Lui ci dà la sicurezza che nulla ci mancherà e non dobbiamo avere paura di portare a Dio anche i nostri desideri, i nostri sogni; Lui li accoglie e ci ascolta, e anche quando non lo stiamo ancora capendo ci dà una risposta. Anche perché Gesù non sovrappone un suo volere sui nostri desideri, ma cammina accanto ad ognuno di noi, sulla nostra strada, per come siamo e con quello che portiamo nel cuore, compresi i desideri più belli.

E noi siamo capaci di affidare i nostri desideri a Dio? Abbiamo la sicurezza che Lui ci ascolta e li esaudisce? E siamo pronti ad ascoltare, comprendere e accogliere veramente la sua risposta?

È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato. (2 Tm, 1, 12)