15/05/2024 – San Ruperto

“Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».” (Giovanni 17,11b-19).

#esserecustoditi #nondelmondo

Tutto l’Evangelo che la liturgia ci propone è un tassello dietro l’altro per cogliere la profondità della preghiera al Padre da parte di Gesù per custodire i discepoli e, oggi, per prendersi cura di noi.

Noi siamo custoditi dalle prove del male che serpeggia nella nostra vita.

Noi non siamo del mondo perché Gesù ci ha salvati.

Noi siamo per la Parola di verità che ci hanno trasmesso i discepoli.

Noi siamo consacrati in virtù del sacrificio nella verità di Cristo.

Tutto questo trova un senso se ci affidiamo, se siamo fedeli all’amore di Cristo. Per questo abbiamo una responsabilità precisa: vegliare su noi stessi, fare un esame di coscienza quotidiano sulle nostre azioni (cfr. Atti 20,28-38).

Immagine: Louisa Anne Beresford, Marchioness of Waterford (née Stuart; 14 April 1818 – 12 May 1891) was a British Pre-Raphaelite watercolourist and philanthropist – Discepoli dormienti.

15/05/2024 – Mercoledì della 7ª Settimana di Pasqua – Rito Ambrosiano

5, 12-17

Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

#donarsi #preghiera #affidamento

Il brano di oggi ci invita a riflettere su cosa sia veramente fondamentale nella nostra vita; Gesù mostra la via che può donarci la pienezza: il donarsi completamente agli altri.

Al centro del discorso vi è la frase: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”.
In questa affermazione vi è nascosta una proposta esigente, ma che racchiude la ferma volontà di vivere di una passione che ci sgorga nel cuore. Non si tratta di ubbidire ad un comandamento, ma di seguire con decisione fedele un cammino che ha come radice la scelta di offrire la propria vita per l’altro.

È un percorso a volte difficile che ci invita a vincere il nostro orgoglio e la tentazione di trattenere per noi ciò che riteniamo prezioso. Per poterlo vivere compiutamente è necessario affidare il nostro desiderio di amore a un Dio che è Padre disponibile ad accompagnarci e sostenerci nella difficile arte di amare. Un affidamento che passa attraverso uno dei mezzi più potenti che Gesù ci ha donato: la preghiera. Preghiera che non è solo lasciarci plasmare dallo Spirito Santo, ma che si caratterizza anche dalla capacità di affidare alle cure sapienti di Dio anche coloro che ci stanno a cuore e che con le nostre forze non riusciamo ad amare come desideriamo.

Proviamo a meditare nel corso della giornata su questa riflessione di Sophie Scholl, componente del gruppo di opposizione al nazismo “Rosa Bianca”:
“Ho capito che quando amo qualcuno non posso fare niente di più bello che includerlo nella mia preghiera. Se amo una persona con tutta la mia buona volontà, l’amo secondo la volontà di Dio. Cosa posso fare di meglio, allora, che andare da Lui con questo amore?”

L’invito di Sophie è quello di accompagnare presso Dio le persone da noi amate; di inserirle nella nostra preghiera, affinché siano avvolte dall’affetto smisurato del nostro Signore che le accompagnerà con amorevole tenerezza.