“Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».” (Marco 10,1-12).
#unità
Una delle questioni cruciali nella vita umana è la relazione di coppia. Anche al tempo di Gesù questa relazione ha avuto un carattere di problematicità.
In questo passo evangelico sono i farisei che vogliono mettere alla prova Gesù sulla liceità o meno del marito di ripudiare la moglie.
Gesù non si lascia intimorire dalla provocazione, anzi rilancia. La Legge di Mosè permetteva l’atto di ripudio. Tuttavia Gesù ricorda che all’inizio della Creazione l’uomo e la donna lasceranno la loro casa e si riuniranno divenendo una cosa sola.
Anche nella vita di coppia c’è un oltre che supera le distinzioni per tendere all’unità.
Ma l’ulteriore aggiunta di Gesù ci provoca ancora di più, come ha provocato i discepoli: colui che pensa di ripudiare la moglie e ne sposa un’altra, commette un adulterio. E viceversa. Quello che brucia nelle parole di Gesù è di sentirsi autonomi nel giudizio.
La relazione di coppia, qualsiasi coppia, non ci deve illudere nel fai da te. La fedeltà si misura nello stile e nel modo di dare significato alla relazione di coppia.
Immagine: Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553), Donna sorpresa in adulterio, 1532. Budapest, Museo di Belle Arti.