28/05/2024 – Martedì della 8ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». (Marco 10,28-31)

#lasciare

Pietro si chiede, ad un certo punto della missione, che senso ha per i discepoli aver lasciato tutto. C’è un premio? Sembra quasi di assistere ad  una sorta di trattativa con Gesù.

Gesù ancora una volta non si stupisce. In fondo la vita non è mai tranquilla e serafica. Siamo sempre in prima linea. Allora che senso ha stare con il Signore vivere con lui se non avere fiducia di ricevere già adesso dei benefici?

In verità spesso pensiamo che i benefici siano la risposta concreta alla nostra fede. Gesù ci ricorda che il lasciare è già un beneficio perché ci si sente più liberi.

Gesù spiega anche un aspetto delicato. Molti della prima ora non hanno capito il senso dell’essere distaccati dalle cose, dalle liturgie materiali e spirituali per vivere una fedeltà genuina. Ed è per questo che vengono superati dagli ultimi.

Immagine: James Tissot (Nantes, France, 1836–1902, Chenecey–Buillon, France). The Exhortation to the Apostles (Recommandation aux apôtres), 1886–1896. Opaque watercolor over graphite on gray wove paper, Image: 6 1/2 x 8 3/4 in. (16.5 x 22.2 cm). Brooklyn Museum, Purchased by public subscription, 00.159.129 (Photo: Brooklyn Museum, 00.159.129_PS2.jpg)



28/05/2024 – Beato Luigi Biraghi – Rito Ambrosiano

Lc 4, 25-30

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 

C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.

Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

#lietoannuncio #profeta #salvezzadaipiccoli

Gesù ha appena annunciato il suo programma di vita: recare il lieto annuncio, portare la liberazione ai prigionieri, la vista i ciechi.
Ma la parola non fu accolta bene dagli abitanti di Nazareth. “Nessun profeta è ben accetto in patria“.
Il profeta è una persona che parla al posto di Dio, che rompe gli schemi, che ti chiede cose fuori dall’ordinario.
E’ quella persona scomoda che ti pungola e ti fa uscire dalla tua mentalità ristretta, ti offre una visuale nuova.
Ma quanti profeti hai incontrato a cui hai chiuso la bocca?

Spesso anche noi reagiamo come gli abitanti di Nazareth: siamo sdegnati e ci chiudiamo a riccio alle parole che le persone che ci vogliono bene ci dicono.
Quale “Profeta” ho incontrato che non ho ascoltato?

Anche per i profeti la salvezza viene dai piccoli, da coloro che non immaginiamo, da quelli che riteniamo distanti o incapaci di offrirci una prospettiva.
Elia, ad esempio, viene salvato da una vedova che condivide la sua farina.
Occhio ai piccoli che sono attorno a noi, perché sono portavoce di liete notizie.